Commissario Cerusa, Squadra Mobile. In un modo o nell’altro – di Maurizio Mos

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Iniziano gli anni ’60, l’Italia si è lasciata indietro il periodo buio della guerra e quello incerto del dopoguerra. Cominciano a girare un po’ di soldi e molti italiani possono comprare la 600 e sognare la Giulietta. Audrey Hepburn, in Vespa, fa conoscere, a tutto il mondo, la Roma della dolce vita di Fellini. Le Olimpiadi certificano che siamo una nazione moderna e si compra il televisore per vederle e vedere Mike Buongiorno con Lascia o raddoppia e Mario Riva con Il Musichiere. Si comincia davvero a stare bene e poco importa se le tensioni sociali, come si direbbe oggi, insanguinano le città: sembra quasi che tutti, come Gatsby, tendano le mani verso il sogno e siano lì lì per afferrarlo. L’edilizia, con le case popolari, le case Fanfani, l’Autostrada del Sole, tutto serve a far rinascere l’Italia e tutti seguono piangendo l’affondamento nel gelido Atlantico del Nord del transatlantico Andrea Doria, emblema del nostro riscatto. E chi non ottiene quel che il boom, il miracolo economico, sembra promettere o non gli basta, cerca altre strade. Perché tutti vogliono la loro parte di sogno. Subito. In un modo o nell’altro.

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