Novara ricorda la scrittrice per l’infanzia Elve Fortis De Hieronymis

Il dott. Cicala

Ancora una volta Novara ricorda la significativa figura della scrittrice Elve Fortis De Hieronymis. Venerdì scorso, presso la biblioteca civica ragazzi, l’editore novarese dott. Roberta Cicala, la scrittrice Anna Lavatelli, il figlio dell’autrice architetto Fortis e Vanni Vallino hanno incontrato il pubblico per parlare delle sue opere e della sua vita.

L’evento è stato intitolato “Così per gioco”, proprio come uno dei suoi libri più conosciuti pubblicato dalla casa editrice novarese Le Rane Interlinea, che da sempre ha creduto nella profondità e innovazione delle opere dell’autrice.

“Un’esperienza splendida”, queste le parole dell’editore Cicala per descrivere l’incontro con la “fantasia” della scrittrice per l’infanzia e l’impegno nel pubblicare e continuare a tramandare le sue idee.



Forte e ancora viva l’emozione della scrittrice Anna Lavatelli, che ha avuto l’onore di conoscere di persona Elve.

“Ho una gratitudine speciale nei suoi confronti per la sua proposta di cimentarmi come scrittrice. Io le ho mostrato un libro per bambini che avevo scritto, lei mi ha consigliato il bando di un concorso letterario e, spinta da lei, ho partecipato e vinto inaspettatamente il primo premio. In quel momento sono entrata nel mondo degli scrittori.”

Ascoltando le parole di Anna Lavatelli si percepisce la gioia e la ricchezza ereditata da quell’amicizia: “I suoi libri sono stati sempre per me uno stimolo, sia per me sia per la scuola. Lei era molto attenta, curiosa e amava l’arte; era un’artista “rotonda” e aveva un completo uso del materiale in modo creativo. Aveva una semplicità che non era mai semplice , ma evocativa. I suoi lavori non sono mai statici, ma sempre dinamici”.

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La scrittrice Anna Lavatelli e il figlio di Elve, l’architetto Fortis

Molto profonde le parole del figlio della scrittrice, che ha voluto sottolineare come  lui abbia avuto la fortuna di “vivere dal vivo la creatività” di questa grande donna.

“Voglio ringraziare la Biblioteca civica per aver raccolto tutto il materiale di mia madre. Lei era di Città Ducale, poi è arrivata a Novara ed è cresciuta nel quartiere Sant’Andrea. Aveva una costante perspicacia nel migliorarsi, nel crescere, seppur in un momento difficile come il dopoguerra italiano. Aveva interrotto gli studi, ma dopo molti anni è riuscita a diplomarsi e a insegnare, non smettendo mai di continuate a ricercare nuovi obiettivi da raggiungere.

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Molto interessante la proiezione di un’intervista a Emanuele Luzzati realizzato da Vanni Vallino, che ha ricordato con le sue parole la collega-amica: “Sapeva usare tanti linguaggi diversi, giochi di rima, figure coloratissime. Ai tempi in cui lavoravamo insieme si creava con gioia: e nei libri di Elve si sente la gioia della creazione, non c’è mai una idea fine a se stessa e tutto diventa arte. Lei è stata una pioniera  e tanti bambini hanno imparato molto da lei. Purtroppo oggi nelle scuole c’è un livello tecnico maggiore, ma più “morte” nelle creazioni. C’è molta tecnica, tutto ricorda icone bizantine, ma purtroppo manca l’anima. E nei lavori di Elve c’era molta anima.”

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Il dott. Cicala, infine, ha espresso il suo desiderio che la biblioteca Civica – sezioni ragazzi, intitolata proprio alla scrittrice, cominci a essere chiamata non con il nome comune, ma con quello vero, Biblioteca Elve.

 

Oltre al dibattito, è stata allestita una mostra delle opere create con materiali di recupero, come maschere, omini, treni, camion, pesci, farfalle, villaggi e molto altro e dei suoi libri.

Alla scrittrice è stata intitola anni fa anche la scuola dell’Infanzia Elve di Novara, in via Fara 23.

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