La parola a Federica

“LOGORA E UCCIDE”

I volti della violenza
 
Violenza di genere. E’ di questo che negli ultimi anni si sta sempre più parlando: un fenomeno tutt’altro che moderno, estremamente delicato e complicato.

 
Ma cosa è la violenza di genere?
Qualsiasi atto di violenza per motivi di genere che provochi o possa verosimilmente provocare danno fisico, sessuale o psicologico, comprese le minacce di violenza, la coercizione o privazione arbitraria della libertà personale, sia nella vita pubblica che privata”.

E’ così che la definisce la “ Dichiarazione sull’eliminazione della violenza contro le donne” del 1993 all’art 1.
Dunque, quando si parla di violenza di generesi sottintendono diversi tipi di violenza:

  • violenza psicologica
  • violenza fisica
  • violenza economica
  • violenza sessuale
  • stalking
Ma da cosa scaturisce la violenza?
Difficile dirlo, poiché chi utilizza violenza nei confronti di una donna è spesso una persona a lei molto vicina come il marito, il fidanzato o il convivente, ma in certi casi può anche trattarsi di un parente stretto ( padre, fratello ) o di un amico, un vicino di casa o collega di lavoro, persone delle quali la vittima crededi potersi fidare.

Ed ogni anno sono all’incirca 120( se non di più ) le donne morte per violenza, in Italia. E si stima che una donna su tre abbia subìto violenza fisica o sessuale nel corso della propria vita.

 
 
 
 

Tutto questo incideprofondamente e gravemente sulla salute e sul benessere della vittimacosì come lo dimostrano i risultati di una ricerca effettuata dall’Organizzazione Mondiale della Sanitàsecondo la quale chi ha subìto qualsiasi tipo di violenza è due volte più a rischio di depressione, due volte più a rischio di divenire dipendente dall’alcoole dagli stupefacenti, e più a rischio di contrarre malattie quali HIV, sifilide, gonorrea.
 
Ma è possibile individuare i tratti distintivi, tipici di chi maltratta?
 
Anche questo è un quesito al quale è difficile, se non impossibile, risponderepoiché chi usa violenza non è classificabile in alcuna categoria.
La violenza contro le donne interessa ogni strato sociale, economico e culturale, e prescinde dalla razza, dall’età e dalla religione.
Ma per quale motivo, chi subisce violenze, non decide subito o non decide affatto di denunciare il proprio aggressore?
Come sappiamo, la psiche umana è ben complessa e spesso sono la paura, la dipendenza economica, l’isolamentoa indurre la donna a restare in silenzio e a continuare a subire, sperando che tutto passi, presto.
Ed invece non cessa di esistere quella convivenza con il proprio aguzzino, noncessa il terrore di dover essere ancora un altro giorno forte, e resistere ancora a quelle percosse, a quegli spintoni, a quei lividi, su quel corpo che muore ogni giorno di più.
In merito a questo fenomeno sono state istituite due giornate memorabili a favore delle donne:
  • 25 Novembre: Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne
  •          8 Marzo: Giornata Internazionale della donna
Il 17 Dicembre 1999 l’Assemblea Generale delle Nazioni Uniteha designato il 25 Novembrecome Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, invitando i governi, le organizzazioni internazionalie le ONGad organizzare attività con lo scopo di sensibilizzare i cittadini.
La data scelta ricorda quella della morte delle tre sorelle Mirabal, uccise in maniera atroceproprio il 25 Novembre del 1960.
Le tre sorelle vissero la propria gioventù negli anni della dittatura trujillista, una delle più severe della Repubblica Dominicana. Fu proprio questo ambiente politico e sociale a far risvegliare in loro la volontà di lottare per la libertàe il rispettonei confronti delle donne dominicane. Ma quando il movimento – cui facevano parte – fu scoperto dalla polizia segreta dello stesso dittatore, furono incarcerate, così come tutti coloro che ne facevano parte. Le sorelle furono liberate poco dopo, a differenza dei loro mariti, che rimasero in carcere. Ed è proprio mentre andavano a fare loro visita che la loro auto fu intercettata, furono condotte in un luogo appartato e lì torturatee uccise brutalmenteper poi reintrodurre i corpi nella vettura, spinti giù per un dirupo simulando un incidente.
A partire, invece, dal 1975 l’Organizzazione delle Nazioni Unitericonosce l’8 Marzocome la giornata dedicata alle donne, ricordando sia le lottee gli sforziattuati dalle donne sin dai primi anni del ‘900 per la rivendicazione dei loro diritti, primo fra tutti il diritto di voto, sia le discriminazionie le violenzeche le vedono vittime tutt’oggi in ogni parte del mondo.
In Italia la Giornata Internazionale della donnasi tenne per la prima volta nel 1922.
L’8 Agosto 2013 è stato approvato un Decreto legge dal Consiglio dei ministri, presieduto da Enrico Letta,contro la violenza sulle donne.
 
 
Un Decreto legge agile, solo 12 articoli. […] Vogliamo dare un segno fortissimo di cambiamento radicale sul tema, un chiarissimo segnale di lotta senza quartiere al fenomeno del femminicidio”.
 
Queste le parole del Presidente del ConsiglioEnrico Letta, seguito dalla dichiarazione del Ministro dell’ internoAngelino Alfanosecondo cui gli stessi servono a
prevenire la violenza di genere, punirla in modo certo e proteggere le vittime”.
Ecco i punti salienti del Decreto:
  • arresto obbligatorio in flagranza di reato: è possibile arrestare chi viene colto in un atto di violenza o stalking.
  • allontanamento del coniuge molesto dalla propria abitazione: è possibile allontanare l’aggressore, se messa a repentaglio l’integrità fisica della donna.
  • querela irrevocabile: una volta esposta denuncia, non è più possibile ritirare la stessa.
  • pene più severe: aumento di un terzo della pena se alla violenza assiste un minore e/o se la vittima è in gravidanza e/o se la violenza è commessa dal coniuge o convivente.
  • corsia giudiziaria preferenziale: è possibile adottare delle corsie preferenziali per i processi di femminicidio e maltrattamenti.
  • patrocinio gratuito: chi non è in grado di sostenere le spese legali ha il diritto al patrocinio gratuito.
  • permesso di soggiorno alle vittime straniere: per motivi umanitari è possibile rilasciare il permesso di soggiorno a tutte quelle vittime straniere che hanno subìto violenza.
  • vittime informate sull’iter giudiziario: la vittima di violenza o maltrattamenti sarà costantemente tenuta al corrente della situazione in cui si trova l’aggressore.
Se questo Decreto sia efficace o meno nessuno può dirlo, ma è bene riconoscere che qualcosa si sta muovendo: è già un’ enorme conquista aver portato alla luce un problema che si era tenuto per troppo tempo nascosto, che ha agito per troppo tempo nel silenzio, quel silenzio che ha stroncato le vite di molte anime. Ma adesso è per queste anime che si cerca di contrastare la violenza di ogni genere, perché quello della violenza è un problema che riguarda tutti a prescindere dalla razza, dalla cultura, dal ceto sociale, dall’età, dal sesso.
E non possiamo fare finta che non esiste solo perché non ne siamo stati colpiti personalmente.
Occorre ricordare che – spesso – esiste anche ciò che non si vede.

 

di Federica Voi

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