GENITORI RASSEGNATI o BAMBINI TIRANNI?

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I consigli della dott.ssa Milena Giacobbe, psicologa dell’età evolutiva

Scene di ordinaria … sottomissione.

Ore 12.00 Alcuni bambini rientrano per il pranzo. Una mamma si lamenta con un’amica dicendo che Chiara non può rimanere a mensa, a casa mangia solo quello che vuole lei e in mensa dovrebbe adeguarsi. Figurarsi che anche la passata di pomodoro deve essere esclusivamente con la polpa di pomodoro, nessuna spezia, erba aromatica o altro. Agli altri componenti della famiglia piacerebbe variare un po’, ma con tutti gli impegni quotidiani è impensabile cucinare due menù differenti: meglio adeguarsi alla piccola.

Ore 16.00 I bambini escono da scuola. Ad aspettare Matteo il nonno. Appena il bambino arriva “lancia” cartella e sacca con le scarpe da ginnastica al nonno e gli chiede dove ha parcheggiato l’ automobile. Poi corre via e aspetta il nonno in piedi sul cofano dell’auto. Il nonno sorride e gli dice di smetterla di fare lo stupidino.

Ancora a scuola. Luca non vuole proprio stare seduto nemmeno un attimo durante le lezioni e pretende di poter camminare tra i banchi. Le maestre si trovano in difficoltà e vorrebbero aiutarlo e insegnargli a rispettare le elementari regole per stare in classe. I genitori, convocati per cercare di risolvere insieme il problema, si dicono rassegnati al carattere esuberante del loro figlio e sperano che crescendo cambierà.

Assecondare i propri figli a volte sembra il modo più diretto per dimostrare loro amore e, spesso, per mettere a tacere i propri sensi di colpa, derivati dal tempo che non si riesce a dedicare a loro o dal mancato esaudimento di desideri espressi, magari per cause non dipendenti dalla volontà dei genitori stessi.

Purtroppo nella società moderna le dinamiche che si esprimono nei sistemi relazionali sono spesso la conseguenza di sensi di colpa e tale influenza si riscontra anche nello sviluppo dei sistemi educativi.

Cedere ad ogni richiesta dei figli, se da un lato mette a tacere sensi di colpa magari nascosti,  dall’altro rischia di “viziare” i bambini, ma soprattutto di contribuire in modo errato alla costruzione di una personalità equilibrata. Non solo infatti questi bambini non saranno in grado di “mettersi nei panni altrui” e quindi di non sviluppare empatia, ma si sentiranno autorizzati a fare ed avere tutto ciò che vogliono e a decidere senza tener conto degli altri. In questo modo si strutturerà una personalità rigida e non rispettosa, che rischia di compromettere pesantemente le loro relazioni future.

Piccoli despoti si diventa.

Un’ultima riflessione: i bambini per crescere hanno bisogno di introiettare figure educative solide: chi lascia sempre decidere gli altri non può essere un punto di riferimento.

Anche se apparentemente i piccoli despoti sono molto sicuri di se stessi, in realtà sono molto insicuri e fragili, proprio perché non hanno sperimentato i giusti limiti, le giuste regole e i confini tra se stessi e gli altri.

Non bisogna aver paura di dire no.


Non bisogna rassegnarsi e sottomettersi ai propri figli: cambiare per ritrovare il benessere di tutta la famiglia è possibile.

Dott.ssa Milena Giacobbe

Psicologa dell’età evolutiva

Viale Buonarroti, 13 Novara

 

Cel. 348.3173462

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