Psicologia: RABBIA

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Psicologia: RABBIA

I consigli di Milena Giacobbe, psicologa dell’età evolutiva

Ha appena compiuto due anni e fino ad allora mamma e papà l’avevano sempre descritta come un angioletto. Cosa è successo a Sofia? Urla e si butta a terra a ogni minima contraddizione e non accetta alcun “no”, e i genitori spesso si trovano in difficoltà nell’affrontare questo vero e proprio uragano.

“NON devi arrabbiarti!” urla infatti la mamma a Sofia , ma la rabbia è un sentimento lecito; meno leciti, invece, sono appunto alcuni comportamenti a essa conseguenti, ma che possono essere modificati e resi accettabili …

Infatti in realtà la rabbia è una emozione innata, una manifestazione normale che dimostra che il bambino sta crescendo. Certo, non è facile per l’adulto affrontare al meglio l’espressione di un’emozione così forte, ma la gestione della rabbia è opportuna affinché tale sentimento non si trasformi in aggressività incontrollata rivolta verso se stessi o verso gli altri.

Alla base delle reazioni di rabbia c’è il mancato conseguimento di un obiettivo che provoca una frustrazione che fino ai sette/otto anni è difficile, per un bambino, tenere sotto controllo e che, in modo più o meno intenso, provoca dolore. Evolutivamente a due e tre anni è normale che il bambino scarichi la sua rabbia con comportamenti aggressivi quali graffiare e mordere, mentre dai quattro anni l’aggressività inizia a  essere espressa verbalmente. Come fare a canalizzare meglio tale comportamento? Innanzitutto l’adulto deve dimostrarsi forte e intransigente nelle regole: non è soddisfacendo la richiesta del bambino che questo imparerà a esprimere richieste adeguate, anzi …

I limiti e le regole servono ai bambini per crescere in modo adeguato. I bambini ci guardano e ci imitano: sono gli adulti per primi a dover dimostrare ai bambini che è possibile aspettare, esprimere le proprie idee senza alzare la voce …

Ma nella pratica cosa fare?

Innanzitutto riconoscere la rabbia come un segnale della crescita del proprio figlio che, finalmente, sa esprimere cosa vuole e cosa non vuole. La rabbia per un obiettivo mancato raramente è rivolta alla persona, ma deriva appunto dal mancato raggiungimento del “piacere”: non è un attacco personale, ma una dimostrazione della voglia di autonomia dei piccoli! Inoltre è bene lasciare che la rabbia possa esprimersi e non “stopparla”. Eventualmente si può trovare un’alternativa “giocosa”: se la rabbia è dovuta a un gioco perso o rotto, ci si può improvvisare investigatori e dottori e aspettare che il bambino collabori per risolvere la situazione. In questo modo si insegna anche al bambino che una soluzione è sempre possibile, basta cercarla!

Quando l’età lo consente poi si parlerà all bambino di cosa è successo, facendogli così capire di averlo capito. A volte succede però che la rabbia sia così intensa che il bambino può diventare ingestibile o, addirittura, cianotico.  Evitando di farsi prendere da panico, è opportuno farlo calmare passandogli un fazzoletto bagnato sul viso, consolandolo e abbracciandolo. Solo dopo si penserà alla rabbia, proponendogli magari un gioco per sconfiggerla (una lotta immaginaria), un disegno che poi potrà, se vuole, stracciare, o urlare forte in un bicchiere di plastica per vedere l’effetto che fa: la rabbia può diventare gioco!

Prevenire poi è sempre meglio che intervenire quando la rabbia esplode: se il bambino è stanco è bene non metterlo in situazione caotiche, negoziare alcune regole ( a seconda dell’età) e averne altre imprescindibili è un’altra regola molto utile.

Ricordiamo, infine, che la routine e la quotidianità aiutano molto a vivere serenamente, come il decidere come comportarsi quando si sente la rabbia arrivare: questo è anche un ottimo consiglio per rafforzare il rapporto bambino –genitori e renderli un po’ più complici.

Un’ultima considerazione: mascherare la rabbia (finto buonismo, sorrisi sarcastici …) non serve a gestirla, ma la  lascia scavare dentro ognuno di noi e, quando succede, la rabbia poi esplode e diventa pericolosa.

 

Dott.ssa Milena Giacobbe

Psicologa dell’età evolutiva

Viale Buonarroti, 13 Novara

 

Cel. 348.3173462

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