Un saluto e un grazie ad Oscar Luigi Scalfaro

Un saluto e un grazie ad Oscar Luigi Scalfaro
Oscar Luigi Scalfaro, però, ha sempre separato la sua fede cristiana dalla politica; religioso, segnato da un profondissimo culto della Madonna, è stato considerato da molti “bigotto”, conservatore, legato ad una certa idea della morale, ma ha saputo svolgere il suo compito di ministro dell’Interno (per ben tre volte) e di Presidente poi (dal 1992 al 1999) con estrema coerenza e rispetto del suo ruolo. Ha sempre manifestato una separazione netta tra Stato e religione, ma non ha mai rinnegato la sua fede per la Democrazia Cristiana, che ha continuato sempre ad amare e di cui non ha mai cambiato pensieri ed ideali; questo, però, non gli ha impedito di rimanere al di sopra di ogni parte dopo il suo giuramento alla Repubblica, come gli ha insegnato anche il suo passato da Magistrato. Non riuscì mai a “svestirsi” dai panni di magistrato, che lo aveva segnato come uomo e che gli aveva fatto vivere gli anni più intensi ed importanti della sua vita, come quelli in cui contribuì all’abolizione della pena di morte.

Sempre rispettoso degli altri, forse per la sofferenza vissuta negli anni del fascismo, ha combattuto come ministero della Difesa la lotta contro la mafia, respirando e sentendo sulla sua pelle il dolore per la morte di Borsellino e di Falcone, che lo ha portato fin dal suo primo giorno come Presidente nel vivo di quella situazione drammatica del nostro Paese.
Per Scalfaro l’applicazione alla legalità e il rispetto delle istituzioni venivano sopra ogni cosa, contrastando con molto coraggio ogni attacco allo Stato.
Anche se spesso contestato, prese sempre posizioni nette non perdendosi mai in sfumature, anche quando si presentarono situazioni critiche e attacchi personali difficili, ai quali reagì con la famosa frase “A questo gioco al massacro io non ci sto”.
Ebbe sempre un rapporto difficile con il “nuovo” che portò la seconda Repubblica, con il quale non ci fu mai un rapporto di piena collaborazione: troppa dialettica, troppo complessa, troppo diversa dal passato. Ma era consapevole che da Presidente doveva mantenere una linea ferma, senza imporre nessuna interferenza; seguiva sempre tutto come Capo dello Stato, mai come uno di parte, e questo fu per molti un atteggiamento non condivisibile.
Uomo complesso, di rigore anche se mite, difensore fedele e ferreo della Costituzione e della magistratura, ebbe sempre un comportamento di difesa e mai di critica nei confronti dei giornalisti, di cui difendeva la libertà: non poteva esistere per lui una stampa ‘sotto dittatura o sotto dettatura’.
Commovente il suo entusiasmo verso i giovani, che aveva riscoperto capaci di saper comprendere il valore della Carta Costituzionale, anche se non avevano vissuto il momento della sua nascita. “E’ importante che i cittadini e i giovani conoscano la Carta Costituzionale, i propri diritti e i propri doveri. Solo così potranno amarla.”
Per la rettezza delle sue scelte fu un punto di riferimento per gli italiani; le sue parole moderate, ricche di vita vissuta, testimoni di un’intelligenza non costruita, ma reale e pratica, hanno lasciato il segno. Anche da senatore a vita, era un piacere ascoltarlo, era un piacere imparare da lui. Era un piacere scoprire che esistono ancora uomini capaci di lottare per i valori democratici, di credere ancora che la politica è ciò che di più necessario c’è al mondo, abbandonando ogni corsa al potere, ogni fame dannosa di successo.
Uomini che credono che la politica è ancora una “cosa” di tutti, per il bene di tutti e non uno strumento per il proprio egoismo personale.

Per me, siciliana e novarese, Oscar Luigi Scalfaro è stato un grande Presidente, ma soprattutto un grande Uomo.

di Isa Voi

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