Intervista a Nadia Levato, autrice di “Yole alla conquista della sgrammatica”, un libro adatto anche a bambini con dislessia

 Cari lettori, oggi voglio presentarvi l’intervista a una giovane autrice di libri per bambini, Nadia Levato.

La scrittrice ha da poco dato alle stampe “Yole alla conquista della sgrammatica”, un testo ironico e divertente che vuole favorire il ripasso delle regole ortografiche e non solo!

Il font utilizzato nel libro è easy Reading: una scelta non casuale ma volta a favorire la lettura anche ai bambini con dislessia.

Conosciamo meglio Nadia:

Buongiorno, “Yole alla conquista della sgrammatica” è il libro per bambini che ha dato alle stampe da poco. Da dove è nata l’idea?

Buongiorno a lei e grazie per lo spazio che mi sta dedicando! Le idee si accendono sempre all’improvviso, spuntando fuori quasi per magia. Sono una persona curiosa e un’attenta osservatrice. Mi piacciono le storie e spesso mi perdo ad ascoltare frammenti di conversazione soprattutto quando a parlare sono i bambini! Mi diverte osservare le cose dal loro punto di vista. L’idea di questa bambina si è materializzata proprio rubando strascichi di conversazione davanti ai cancelli di una scuola elementare. La grammatica, le parole difficili da trascrivere sul quaderno e l’indomabile fantasia che popola il mondo dell’infanzia.

2. Come ci descriverebbe i personaggi della storia?

Oltre alla piccola protagonista, le maestre, i compagni di scuola, la bidella Nilde e l’integerrima preside, il libro accoglie una serie di altri personaggi più o meno realistici. A fianco dell’immancabile pidocchio, che ammettiamolo, da sempre tormenta le mamme dei bambini della primaria, troviamo taccuini parlanti, strani personaggi che saltano fuori dalle storie lette in classe e poi ancora pirati che si agitano sulla folta chioma della maestra Anna. La maggior parte dei personaggi è fuori dagli schemi o per lo meno fuori dagli schemi convenzionali. Stravaganti, esuberanti, dispettosi, i personaggi descritti non fanno altro che impersonificare le fantasie della piccola Yole.

3. Lei è autrice di altri libri per ragazzi: quale è quello al quale è particolarmente legata?

Non ho dubbi nel rispondere a questa domanda. Sono legatissima ad ogni storia che ha preso vita sui fogli di carta ma il mio libro di esordio, Bobo e Mister Heimlich, è quello a cui guardo con maggiore tenerezza e gratitudine. È il libro con il quale ho trovato il coraggio proporre un mio scritto al mondo dell’editoria ed è un libro che ha in sé un messaggio importante, un progetto pensato per i bambini per prevenire le ostruzioni da corpo estraneo ovvero il soffocamento. Il libro è stato pubblicato per la prima volta nel 2016 e quest’anno uscirà per Errekappa edizioni una nuova versione più colorata e accattivante. Il libro diventerà infatti un albo illustrato e questo mi rende particolarmente felice.

4. Da dove nasce il suo amore per la scrittura?

Da che ho memoria la scrittura è sempre stata presente nella mia vita, un bisogno istintivo, la mia comfort zone. Non immaginavo che un giorno avrei scritto per essere letta, questo no! Anche se questo è il sogno che ho sempre nutrito fin da bambina. Se dovessi indicare un luogo fisico in cui è nato quest’amore direi l’aula delle scuole di periferia che ho frequentato. In particolare è stato alle scuole medie che la passione della mia insegnante di italiano per le parole scritte, le storie, i libri, è diventata la mia!  

5. Ci parli di Nadia nella vita di tutti i giorni…

La mia vita è come quella di tutte le mamme che lavorano e vivono in una città grande e caotica come Roma. Provo a fare tutto per bene e in realtà è già tanto se riesco a restare a galla! Per lavoro mi occupo di progetti per il sociale e passo la maggior parte del tempo a scrivere. Non è scrittura creativa ma è un lavoro che mi appaga perché rispecchia i miei ideali e la visione che ho del mondo. Il resto del tempo lo dedico alle mie figlie, ai loro impegni e quando la casa piomba nel silenzio della notte ritaglio il mio spazio per leggere e scrivere.

6. Scrivere oggi e riuscire a pubblicare è più difficile del passato secondo lei?

Scrittura e pubblicazione risentono oggi dei nuovi linguaggi che si sono imposti. Self publishing, piattaforme online, ma anche i social offrono a tutti la possibilità di distribuire contenuti ad un pubblico più o meno vasto. Paradossalmente mi verrebbe da dire che è più facile pubblicare oggi rispetto al passato. Il problema semmai è pubblicare con editori seri che garantiscano all’autore un percorso soddisfacente e soprattutto che colgano la sfida di investire su una storia senza chiedere nulla all’autore in termini di pagamento in denaro.

7. Quali sono gli elementi fondamentali che un libro per bambini deve avere?

Un libro per bambini deve contenere, a mio avviso, gli stessi elementi per i quali un adulto decide di comprare un libro. Evasione, possibilità di riconoscersi in una storia, spunti di riflessione, ma soprattutto divertimento. È vero che un bambino che legge normalmente è un bambino che ha un esempio concreto in famiglia ma è anche vero che le passioni possono accendersi fuori dalle mura domestiche come ad esempio a scuola. Ecco allora che se un libro è avvincente, divertente, capace di tenere il lettore incollato alle pagine, stimolarne la curiosità allora il gioco è fatto. La lettura è una passione che a un certo punto esplode. Su questo le maestre hanno un ruolo determinante e noto che c’è sempre una maggiore attenzione alla lettura e alla scelta dei testi da proporre ai più piccini.

Progetti futuri?

I progetti ci sono e sono tanti ma nell’immediato sto lavorando ad una nuova avventura della piccola Yole! Sempre alle prese con il fantastico mondo della scuola primaria e sempre per la collana “La bottega delle parole” di Errekappa edizioni!

Intervista di Isa Voi

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