La parola a Federica Voi

Immigrazione: 
“Viaggio della speranza, fenomeno senza tempo”
Immigrazione. E’ questo un tema che negli ultimi mesi si è diffuso a macchia d’olio, ed ha sempre più alimentato l’interesse pubblico e del popolo in generale. Ma di cosa parliamo, quando pronunciamo la parola “immigrazione” o anche “immigrazione clandestina”?

L’immigrazione, come ben si sa, è un fenomeno sociale complesso e delicato. Si tratta dello spostamento di singoli o più persone, dal proprio paese d’origine verso una realtà completamente diversa. Le causedi questi spostamenti possono essere di varia natura:
  • economica: sfuggire alla povertà o semplicemente migliorare le proprie condizioni di vita
  • lavorativa: migliorare la propria posizione o cercare un nuovo impiego
  • politica: fuggire da dittature, guerre, persecuzioni, genocidi
  • religiosa: non poter, in quel luogo, professare il proprio credo
  • personale: volontà propria
  • catastrofi naturali: terremoti, tsunami, alluvioni, epidemie
  • istruzione: voglia di conseguire fuori dal proprio paese un determinato titolo di studio
  • criminale: fuga dalla giustizia, dunque da un arresto; attrazione, per migliorare la propria “attività” malavitosa

Ma, oltre alle cause che spingono queste persone ad abbandonare la propria terra d’origine, ve ne sono altre che interessano i paesi destinatari ( paesi sviluppati o in via di sviluppo).
Capita spesso, infatti, che chi entra nel paese di destinazione lo fa in maniera illegale, i cosiddetti immigrati clandestini ossia coloro che, entrando in un paese per loro straniero, non ne rispettano le leggi di immigrazione. Questo causa per il paese destinatario un peggioramento della qualità di vita per tutti quei lavoratori regolari. Perché? Perché chi entra illegalmente, non ha la possibilità di essere introdotto regolarmente nel mondo lavorativo, così vi sono molti datori di lavoro che sfruttano la posizione dell’immigrato clandestino, utilizzandolo come manodopera a basso costo. Tutto questo comporta, ovviamente, anche un calo degli stipendi medi.
Molti altri, invece, si avvicinano sempre più alla criminalità organizzata dove sono costretti a fare il “lavoro sporco”, ossia tutte quelle attività più rischiose, meno desiderate.
Tuttavia, il fenomeno dell’immigrazione può anche essere “utile” e contrastare problemi di varia natura, che interessano il paese d’origine, quali:
  • sovrappopolazione
  • fame
  • epidemie
  • carestie
  • povertà
mentre il paese destinatario può risolvere i problemi inerenti la manodopera. Talvolta, può anche accadere che tra i paesi d’origine e quelli di destinazione si prendano degli accordi bilaterali che permettono da un lato flussi migratori controllati e programmati, dall’altro la possibilità del paese destinatario di poter usufruire non solo di manodopera ( a basso costo ) ma anche di – ad esempio – materie prime ed energia.
Ma come avvengono questi spostamenti?

Nella maggior parte dei casi, chi decide di abbandonare il proprio paese d’origine lo fa affidandosi ai cosiddetti scafisti che non sono altro che malavitosi, i quali si fanno pagare enormi somme di denaro per poter trasportare – in pessime condizioni – migliaia e migliaia di persone, ammassate su delle navi molto scadenti e prive di sicurezze. E non solo: spesso capita anche che gli stessi scafisti appartengono a varie organizzazioni criminali e gestiscono tratte di esseri umani. E chi intraprende questiviaggi della speranza”, non lo fa solo vivendo quei momenti in pessime condizioni ma addirittura capita che – gli stessi – sono vittime di abusi e sfruttamento da parte degli scafisti.
Il tragitto che più preferiscono è quello che si dirige verso l’Italia e, in particolar modo, verso la Sicilia e Lampedusa, per il semplice fatto che il viaggio da compiere è più breve rispetto ad altre destinazioni. Non tutti gli immigrati terminano qui il proprio viaggio: per alcuni – infatti – prosegue verso altre mete europee.
Oltre alle “carrette del mare”, vi sono altre modalità di trasporto:
  • traghetti e mercantili: si viaggia nascosti nella stiva o nei container
  • viaggiando nascosti nei TIR
  • viaggiando nel vano carrello degli aerei diretti verso scali europei
Anche con queste modalità, chi decide di affrontare il “viaggio della speranza”, lo fa in pessime condizioni. E molte, troppe persone perdono la vita con la speranza di averne una migliore
Dal punto di vista legislativo, i paesi dell’Unione Europea ritengono fondamentale l’autonomia economicadell’immigrato. Quest’ultimo deve infatti avere un lavoro regolare o, comunque, qualcuno in grado di sostenerlo economicamente per poter usufruire di un regolare permesso di soggiorno, nonché della cittadinanza. Chi nonpossiede questo requisito fondamentale, viene espulsodal paese e reintrodotto nel paese d’origine. A tal proposito vi sono però delle eccezioni: spesso chi decide di abbandonare il proprio paese, lo fa per fuggire da una situazione pesante come guerre o persecuzioni politiche e/o religiose, che non permettono all’individuo in questione di poter esercitare quelli che sono i diritti fondamentali di un uomo. In questo caso il diritto internazionale prevede il diritto di asilo, l’assistenza sanitaria e le cure di primo soccorso.
Il 20 Novembre 2008 il Parlamento Europeo ha introdotto la carta blu, che ha la stessa valenza della green cardamericana: serve a far confluire in Europa immigrati – ritenuti idonei – provenienti da altri paesi. Ed anche una “direttiva sanzioni” che prevede multe e sanzioni penali per tutti quei datori di lavoro che assumono immigrati irregolari.
In Italia quello dell’immigrazione è un fenomeno in continua crescita. Inizialmente non vi erano delle norme chiare e precise al riguardo. Un primo tentativo per contrastare questo fenomeno si è avuto con la legge Martelli del 1990, seguito da un secondo tentativo, la legge Turco-Napolitano del 1998 ed infine la legge Bossi-Fini del 2002. Quest’ultima è una legge del 30 Luglio 2002, n. 189 i cui primi firmatari sono Gianfranco Fini e Umberto Bossi.
Questi sono i punti salienti della legge:
  • espulsione con accompagnamento alla frontiera
  • permesso di soggiorno legato ad un lavoro regolare
  • irrigidimento delle pene per i trafficanti di esseri umani
  • sanatoria per colf, assistenti ad anziani, malati e/o disabili, lavoratori con contratto di lavoro di almeno 1 anno
  • uso delle navi della Marina Militare per contrastare il traffico di clandestini
Dunque con la suddetta legge si cerca di contrastare il più possibile l’immigrazione in Italia: si appesantiscono le sanzioni penali introducendo il reato di immigrazione clandestina, a carico di ciascuno immigrato clandestino, e aumentando le pene per chiunque contribuisca a favorire l’ingresso clandestino in Italia dall’estero.
Il 21 Gennaio 2014 il Senato approva la richiesta, proposta dal governo, di abrogare il reato di clandestinità attraverso un ddl dal quale si evince che, chi entra per la prima volta nel nostro paese clandestinamente non verrà sottoposto a pene detentive, quindi non commetterà reato. Si ritorna, perciò, all’illecito amministrativo per il quale è prevista la semplice espulsione dal paese. Il penale scatta qualora lo stesso immigrato violi i provvedimenti amministrativi ( rientrare una seconda volta in Italia, nonostante essere stati precedentemente espulsi, o non presentarsi in Questura ). In merito alla questione, la maggioranza è rappresentata dal Partito Democratico e dal Nuovo Centro Destra, appoggiati anche dal Movimento 5 Stelle. Contrariall’abrogazione del reato di clandestinità, risultano essere la Lega e Forza Italia; in particolare, Matteo Salvini (segretario della Lega) afferma che
l’abolizione del reato di clandestinità è un attentato alla sicurezza dei cittadini italiani
mentre secondo Forza Italia l’accoglienza degli stranieri nel nostro paese è “doverosa” ma crede anche sia importante fare rispettare la nostra cultura, le nostre tradizioni, la nostra religione, le nostre leggi.
Anche il Ministro degli Esteri, Emma Bonino, si pronuncia in merito alla questione spiegando che
il nostro problema non è quello di sapere quanti immigrati dobbiamo prendere in Italia […] . Il problema vero è il controllo delle frontiere
perché, continua la stessa,
in milioni di rifugiati tra donne e bambini, trovano facile nascondiglio tutta una serie di altri signori. Si tratta di un problema europeo perché l’Italia è un paese di transito e dove vanno a finire le cellule dormienti, è una questione europea”.
In sintesi quello dell’immigrazione è un fenomeno sempreesistito, un tema sempre attuale che interessa tutti noi cittadini del mondo, col quale dobbiamo convivere; pertanto non possiamo voltarci dal lato opposto e fare finta che non esiste. E nessun decreto, nessun disegno di legge potrà maicontrastarlo completamente: si può solo cercare di tenerlo “sotto controllo” ( per quanto sia possibile ), perché ci saranno sempre persone destinate a scappare, a fuggire dalla propria terra ma anche dalla propria vita, con la più forte speranza di averne una migliore perché si sa, in fondo, che la speranza è l’ultima a morire e tutti abbiamo diritto ad un sorriso, ad un’esistenza migliore ( se possibile ), a sperare che il meglio deve ancora venire…
Federica Voi

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