La rubrica della dott.ssa Milena Giacobbe

I consigli della psicologa dell’età evolutiva
COERENZA , RESPONSABILITA’  E CONDIVISIONE
Uno dei bisogni fondamentali per una crescita sana è la coerenza e la stabilità che offrono ai bambini la possibilità di avere dei saldi punti di riferimento che aumentano la loro sicurezza nel mondo esterno e, di conseguenza, in se stessi. Ogni bambino dovrebbe ritrovare queste caratteristiche non solo nella famiglia, ma anche nella scuola e nei gruppi sportivi, dove quotidianamente incontra delle figure adulte che contribuiscono al suo sviluppo. In questo senso anche gli allenatori dovrebbero cominciare a considerarsi come educatori e a riflettere su come il loro comportamento posso influire non solo sulla prestazione agonistica, ma anche sulla costruzione della personalità dei minori.

Recentemente un allenatore di pallacanestro mi ha sottoposto un interrogativo su come responsabilizzare i bambini (7 -10anni) che lui allena. Mi spiegava che nonostante si prodigasse a lanciare messaggi sulla importanza della puntualità e dell’impegno, i risultati scarseggiavano …. Le intenzioni, tra l’altro, erano lodevoli, perché la motivazione alla puntualità non era puramente “meccanica”, ma era stata data come imput per insegnare il rispetto reciproco, tanto che, insieme ai ragazzi, l’allenatore aveva deciso che chi non l’avesse rispettata sarebbe incorso in una “punizione”. Ho riflettuto insieme a lui su alcuni punti. Innanzitutto a ciascuno le proprie responsabilità: non posso chiedere ad un minore di avere la responsabilità del rispetto degli orari, dal momento che lui dipende dai genitori, quindi, sarebbe opportuno interloquire con loro invece che con i bambini…
L’allenatore mi ha poi detto che per essere coerente, ha “sgridato” tutta la squadra perché la mancanza di puntualità e di impegno ha fatto si che la perdesse a tavolino una partita. L’allenatore si è arrabbiato non tanto per aver perso la partita, ma perché gli è sembrato che il suo messaggio non fosse giunto a destinazione e ha pensato quindi di ri-sottolinearne l’importanza rimproverando gli atleti. Purtroppo ha scelto una modalità educativa non proprio consona. A breve termine, infatti, gli atleti –bambini sono stati puntuali: probabilmente hanno riportato la “sgridata” ai genitori che ne hanno condiviso l’importanza, ma a quale prezzo? Il bambino ha dovuto “fare da ponte” tra adulti e questo è contrario all’insegnamento che invece si voleva far passare: ognuno deve imparare a prendersi le proprie responsabilità. Inoltre chi ha subito la frustrazione di perdere una partita a tavolino nonostante l’impegno, ha ricevuto un rimprovero ancora una volta per una responsabilità non sua, quindi a conti fatti, due rimproveri gratuiti. A questa considerazione si aggiunge la riflessione sulla valenza del gruppo: a questa età il concetto di gruppo/squadra non è ancora quello di una “entità a se stante” tipico dell’adolescenza, ma è ancora quello di un insieme di individui che, pur legati da relazioni amicali, collaborano per la realizzazione di un obiettivo (in questo caso sportivo), cioè il gruppo esiste in funzione del piacere che il singolo ne trae. Quindi una “sgridata” collettiva per questo gruppo invece di rafforzare la coesione interna, può avere esattamente l’effetto contrario. Infine l’ultimo aspetto: la condivisione che genera anch’essa rispetto reciproco. La difficoltà e la rabbia dell’allenatore erano le medesime dei bambini puntuali e presenti. La condivisione di questo stato d’animo e la sua gestione, in questo caso per esempio , l’amara constatazione degli effetti sulla concreta possibilità di giocare, avrebbe trasmesso ai bambini un insegnamento molto più importante, cioè la concreta possibilità che anche un adulto si arrabbi, si trovi in difficoltà, ma che ne possa anche uscire. Non è negando i lati negativi dell’esistenza e dei sentimenti che si impara a gestirli, ma è solo affrontandoli con una guida coerente e responsabile.
La coerenza che tutti gli educatori dovrebbero richiedere non è verso regole prescritte, ma verso se stessi e gli altri. Un altro aiuto nell’educazione dei bambini potrebbe venire dall’abitudine a parlare di sentimenti e di come gestirli in modo che influenzino costruttivamente ciò che accade. Ecco un altro piccolo, ma faticoso, tassello per il rispetto reciproco …
Dott.ssa Milena Giacobbe
Psicologa dell’età evolutiva
Viale Dante, 20 Novara
Cel. 348.3173462

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