Psicologia: LETTONE

I consigli della psicologa dell’età evolutiva
È innegabile: dormire nel lettone con mamma e papà e per quasi ogni bimbo fonte di felicità e soddisfazione. Basta osservare il  loro sonno: sembrano beati mentre rigirandosi in continuazione conquistano buona parte dello spazio disponibile a scapito dei genitori a cui non rimane altro se non rintanarsi in pochi centimetri e tentare di dormire, mentre una domanda continua a insinuarsi nella mente: è giusto che il piccolo dorma con mamma e papà, fino a che punto è giusto rispettare questo desiderio e, soprattutto, fino a che età continuerà la convivenza nel lettone?

Non è semplice rispondere a queste domande, perché sebbene il comportamento sia simile in moltissimi bambini, la motivazione del bisogno del lettone può essere diversa da bambino a bambino.

Con la nascita di un neonato cambiano molto abitudini e stili di vita della coppia, che deve necessariamente riassestare i ritmi di vita adeguandoli ai bisogni del nuovo arrivato che ha ritmi sonno-veglia “pressanti”. Così diventa naturale tenere il piccolo in camera con se sia nel suo lettino che nel lettone per favorire il sonno di genitori e figlio. Inoltre il contatto fisico con la mamma nei neonati è fondamentale, soprattutto durante il periodo dell’allattamento, e far dormire il neonato nel lettone lo aiuta certamente a regolarizzare il battito cardiaco, la temperatura corporea, ad aumentare le difese immunitarie e soprattutto ad avere un sonno più tranquillo. Poi, però il bambino ha bisogno di crescere e costruire a poco a poco la sua individualità. Non che il dormire o meno nel lettone blocchi o acceleri tale processo, ma è innegabile che le modalità con cui si gestisce questo distacco possono favorire o meno la nascita della sicurezza e dell’autostima dei piccoli.
Non è la presenza fisica di mamma e papà a far crescere sereni ed autonomi i bambini, ma è la loro presenza affettiva, i rinforzi positivi che trasmettono, il “tu ce la puoi fare” che determina tale crescita. Questi messaggi dunque dovrebbero caratterizzare tutti i momenti di vita comune tra genitori e figli, non solo il momento dell’addormentamento e del sonno.
Ogni coppia, poi, deve affrontare con i propri tempi e le proprie risorse questo “problema”. Spesso si tende a credere  che un bambino che dorme nel lettone con mamma e papà sia segnale di crisi nella coppia. In realtà la coppia può funzionare lo stesso benissimo, l’importante è individuare chiaramente perché si è scelto di tenere il bambino nel lettone! Il posto di ogni bimbo è con i genitori, non tra i genitori. Una riflessione su questa considerazione farà sicuramente decidere ai genitori qual è secondo loro il modo migliore perché tutti possano riposare serenamente.
Infine un consiglio: se come spesso accade i bambini sono abituati al lettone, ci vorrà molta pazienza per fargli amare il proprio lettino. L’importante è non avere fretta e porsi degli obiettivi anche minimi da raggiungere poco per volta. È raro che un bambino abbandoni di sua volontà il lettone se non è posto nelle condizioni di poterlo fare. Ricordate: i bambini collaborano sempre, spesso tendono ad assumere certi comportamenti o abitudini perché convinti magari da messaggi inconsci dei genitori che quella sia la cosa giusta da fare.
Ancora una riflessione: il lettone non è totalmente positivo o negativo.  Può rappresentare un’ottima abitudine della domenica mattina, può essere il rifugio delle notti di temporale, può essere …. a voi decidere con serenità ed elasticità!
Dott.ssa Milena Giacobbe
Psicologa dell’età evolutiva
Viale Dante, 20 Novara
Cel. 348.3173462

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