Psicologia: SCUOLA: UNA NUOVA AVVENTURA? DALLA PARTE DEI GENITORI

I consigli della psicologa dell’età evolutiva, dott. Milena Giacobbe

Ogni settembre, l’inizio della scuola costituisce una novità carica di curiosità ed emozioni, positive e negative sia per i bambini che per i genitori.

Per i più piccoli è la prima vera occasione di distacco dai genitori … e per i genitori dai figli! Il timore che può accompagnare questo distacco e , di conseguenza, la “paura” della scuola, sono un percorso obbligato che ogni bambino deve compiere per rendersi autonomo dalla famiglia, acquisire sicurezza ed inserirsi serenamente nel contesto sociale.

Come aiutare i propri figli in questa esperienza?

Compito del genitore è accompagnare il proprio figlio, mettendosi a sua disposizione come “un porto sicuro e tranquillo che accoglie una nave dopo un’uscita in mare”. Fondamentale per il bambino è, cioè, avere accanto della figure di riferimento che gli infondano sicurezza, in modo che possa esplorare il mondo della scuola più tranquillamente e liberamente possibile. Durante il periodo dell’inserimento, poi, i bambini fanno tesoro delle esperienze precedenti durante le quali hanno imparato che se i genitori si allontanano, poi fanno sempre ritorno.

Importante è il rapporto che la famiglia instaura con la scuola stessa: critiche e diffidenza (anche se dissimulate …) non aiutano un buon inserimento. I piccoli sanno di potersi affidare a persone che i genitori per primi stimano: «Se mamma e papà mi lasciano nelle mani della maestra con un sorriso e senza fretta, significano che loro si fidano di lei, quindi anch’io lo posso fare!». Per esempio, “consegnare” la manina del figlio in quelle della maestra è un gesto che trasmette fiducia, salutarlo con calma lo farà sentire affidato alla maestra e non “parcheggiato” perché mamma e papà devono andare a lavorare.

È importante cercare di stringere un vero patto educativo con l’istituto frequentato, pur nel rispetto dei differenti ruoli ricoperti. La scuola infatti ha un ruolo prettamente istruttivo (educa mentre impartisce nozioni), mentre la famiglia ha un ruolo educativo (istruisce mentre educa). Importante è che entrambi valorizzino gli aspetti positivi dei bambini e lavorino sinergicamente sui punti critici.

Un minimo di elasticità sia da parte della famiglia che da parte della scuola consente di dare ai bambini quella continuità e stabilità di cui hanno bisogno per sentirsi sicuri e affrontare i compiti che la scuola propone. È importante sostenere il bambino senza mai sostituirsi a lui: gli sarebbe negata l’esperienza necessaria ad affrontare con sicurezza problemi sempre più complessi.

Tutto sommato, un po’ di paura è comprensibile, perché la frequenza della scuola è un grosso cambiamento nella vita del bambino. Nella scuola l’alunno incontra non solo volti nuovi, ma anche nuovi stili di vita, regole magari molto diverse da quelle a cui è stato fino ad ora abituato e che possono richiedere dei sacrifici incomprensibili per un bambino (per esempio alzarsi presto la mattina ed andare a letto presto …) e che influenzano poi anche le abitudini familiari.

Perché tutto queste novità non mandino in confusione il bambino e lo spaventino eccessivamente sono necessari il sostegno e l’ascolto degli adulti, che devono sforzarsi di comprendere e rispettare i timori del bambino con parole e gesti di affetto. Negare che la scuola possa spaventare il proprio figlio, sminuire questa paura ed altri atteggiamenti simili non spingono il bambino ad affrontare con coraggio il cambiamento e la novità, ma rafforzano la paura stessa. Meglio parlare con loro, magari ricordando l’esperienza del genitore come alunno, oppure leggere insieme a loro le avventure di qualche personaggio di fantasia che “affronta” il primo giorno di scuola: il bimbo una volta a scuola riconoscerà emozioni, situazioni ed ambienti di cui ha sentito parlare o di cui ha visto un disegno e questo sarà ulteriore fonte di tranquillità. Dopotutto è la prima volta che i bambini mettono alla prova le loro capacità nella sfera relazionale e sociale, oltre che in quella cognitiva: riuscire ad essere adeguati può non essere così facile, ma con un po’ di incoraggiamento, tutta la famiglia può superarare questa prova.

Anche se non tutti i bambini parlano esplicitamente dei propri timori (anzi magari li negano o non ne parlano affatto), non significa che non abbiano bisogno del sostegno della famiglia. Sarebbe bello che la famiglia riunita alla sera si raccontasse la propria giornata, scolastica, di gioco o lavorativa: è un modo non solo per dimostrare al proprio figlio di essere accanto a lui, ma anche un modo per ritagliarsi uno “spazio ricco di emozioni e relazioni” lontano dagli impegni e dalla frenesia della giornata passata.

Un consiglio pratico può essere stilare una sorta di “tabella di marcia” per tutta la famiglia: orari dei pasti, ora della nanna, momento in cui si controlla il materiale scolastico e si prepara il necessario per il giorno successivo e il momento particolare in cui ci si racconta l’esperienza giornaliera appena vissuta.

Infine i genitori in prima persona dovrebbero gestire l’ansia e riconoscere le loro emozioni e le loro paure, ricordandosi di cercare di non fare mai paragoni: ognuno ha i propri modi e tempi di reazione, non scordiamocelo mai !

La scuola allora potrà trasformarsi in una bella avventura, l’importante è mettersi in gioco!

Dott.ssa Milena Giacobbe

Psicologa dell’età evolutiva

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