“Ritorno al tempo che non fu” di Pierfederici Alessandro

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Una lettura misteriosa, intrigante e stimolante quella che ci regala il “Ritorno al tempo che non fu”, il primo romanzo del Maestro Alessandro Pierfederici. L’artista si presenta per la prima volta nei panni di scrittore, pubblicando per le Edizioni del Leone nel 2011 un libro tenuto nel “congelatore”, come ama affermare lui; dopo un lungo percorso di maturazione, infatti, l’autore ha ripreso la bozza dal cassetto, ha sentito il bisogno di riprendere in mano il suo progetto e rivederlo dopo dieci anni di vita vissuta, in cui ha fatto altre esperienze musicali, si è sposato con il soprano Lucia Mazzaria ed ha avuto una bambina.

Una revisione influenzata quindi dall’evolversi della sua vita privata e dal suo nuovo bagaglio personale, che ha portato ad una scrittura che rivela anche la matrice musicale dello scrittore; il tutto accompagnato da uno stile linguistico che fa venire in mente i colori dell’orchestra e la letteratura mitteleuropea; una delle maggiori fonti di ispirazione dello scrittore è Hermann Hesse, dalle cui parole trae energia per ripulirsi e rigenerarsi.

Nel “Ritorno al tempo che non fu” il protagonista, deluso dalla propria esistenza, pensa di suicidarsi. Dubbioso, decide di rimandare il triste gesto e nasconde nel tronco di un albero in campagna il coltello con il quale avrebbe voluto tagliarsi i polsi. Lungo il suo viaggio incerto giunge ad una vecchia villa dove viene accolto come un ospite atteso. Chiedendosi perchè la sua presenza risulta così gradita in quella casa, il protagonista si imbatte in eventi misteriosi, incomprensibili, che avvengono in luoghi strani.

L’idea del suicidio, così, si allontana sempre di più e si disperde: l’uomo percorre una sorta di viaggio iniziatico che gli permette di percorrere la propria interiorità e che, dopo aver raggiunto la meta della piena consapevolezza del proprio essere, fa recuperare le certezze e le emozioni che la vita aveva strappato. Una sorta di rinascita che può avvenire sia durante la vita o può rappresentare il viaggio dopo la morte. I diversi piani in cui esso si svolge si intersecano e si sovrappongono, tanto da non essere distinguibili l’un dall’altro così che, al termine della narrazione, il lettore potrà trovare la propria interpretazione. Nel romanzo si nota la ricerca accurata delle parole, del sinonimo giusto in ogni frase. L’intento sembra quello di creare un flusso sonoro che eviti ripetizioni e dia l’idea di qualcosa che sia “in divenire”, come nella musica. Pierfederici nel testo ripete le parole solo se c’è reale l’intenzione.

Quando qualcuno chiede a quale genere appartiene il suo libro, l’autore risponde: “Appartiene alla fantasia, ma non saprei classificarlo. C’è qualcosa di reale, qualcosa del passato e molto di fiabesco: lo potrei definire onirico, di iniziazione”. Leggendo il racconto si percepisce l’importanza che ricopre la natura selvaggia, con le minuziose descrizioni di campagne floride e rigogliose: all’inizio essa si presenterà come nemica, ma pian piano l’uomo scoprirà di fare inevitabilmente parte di essa. “Vivo nell’arte – spiega Alessandro Pierfederici – Il legame tra arte e natura esiste ed è fondamentale nell’arte. L’amore per la natura ispira l’arte.” Particolare la scelta dell’autore di non dare nessun nome ai protagonisti: solo durante il viaggio di ritorno ogni personaggio avrà un nome vero, simbolo della rinascita interiore.

L’obiettivo dell’autore con “Ritorno al tempo che non fu” è quello di offrire al lettore una piccola possibilità di risposta, che è nella propria umanità. Il protagonista attraverso le tappe del suo viaggio affronta le paure e piano piano recupera i valori della vita. “Si raggiunge la suprema conoscenza solo conoscendo se stessi. Una grande conquista da condividere”. Alessandro Pierfederici, nato a Treviso nel 1966, inizia giovanissimo lo studio del pianoforte e a soli 12 anni comincia ad accompagnare i primi cantanti lirici. Debutta come pianista accompagnatore e consegue i diplomi di Pianoforte e Composizione organica. Comincia lo studio di direzione orchestrale con il Maestro Ludmil Descev ed arriva infine al prestigioso Diploma di Direzione d’Orchestra presso il conservatorio di Vienna. Specializzatosi anche come Maestro Collaboratore, lavora in numerose produzioni liriche in vari teatri, con artisti come P. Maag, V. Puecher, G. De Bosio e svolge attività di docente in alcuni corsi.

Collabora con noti cantanti italiani e stranieri, impegnati nei più importanti teatri mondiali; oltre ad una approfondita conoscenza di tutto il repertorio italiano, è specializzato anche in quello francese e tedesco, con una particolare predilizione per quello wagneriano. Come direttore d’orchestra è protagonista in concerti lirici in Brasile, Francia, Ungheria, Giappone. Recentemente ha lavorato con il basso Andrea Silvestrelli, il baritono Paolo Gavanelli, Dennis O’Neal. Dal 2008 è presidente dell’Associazione Musicale “Musicaemozioni”.

Per ordinare il libro: http://www.ibs.it/code/9788873143352/pierfederici-alessandro/ritorno-al-tempo-che.html

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