Una storia che fa riflettere “Il buio della mente, la luce nell’anima”: il romanzo di Donato Di Capua

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“Kalì è uomo, Kalì è istante. Segue il tempo ed inesorabilmente si lascia trasportare da esso. Poi un giorno, il lugubre tunnel della morte gli passa di fianco. Muore anche lui, ma rinasce, diverso, spento di quella gioia che animava la sua esistenza, vuoto di quell’ebbrezza che risiedeva nell’eterno volto della donna del ricordo. Kalì si trova ricatapultato in un presente straniero, in una terra con la quale non sente legami. Non ricorda di esistere, non vuol sapere di essere stato felice. Nega al suo io le gioie per negargli anche le lacrime, quei dolori che fitti scalfirono la sua giovinezza. Ha però un fine nella vita: riappropriarsi del suo passato, cessare di oscurarlo e di sottrarsi ad esso. Sa che senza ciò che è stato non potrà mai tornare in scena sullo stolto e meraviglioso palcoscenico della vita. Sa che non potrà vivere senza la consapevolezza del sole e delle tenebre. “Il buio della mente, la luce nell’anima” è la storia di un essere che ha la forza di lottare contro l’oscurità ossessionante della propria psiche per ricostruirsi un futuro. Le origini, i silenzi, coloro che gli furono accanto in quel viaggio a ritroso e poi in avanti nella sua vita, l’amore, lo ricondussero sull’unico ombreggiato sentiero in cui si vive l’attimo e lo si vive per sempre. Ora Kalì sa che senza dolore, l’amore è nulla e che un sorriso del ricordo ed uno dagli occhi verdi hanno senso solo dopo la riscoperta del buio che lo rapì.”

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Editore: Kimerik
Data di Pubblicazione: 2013
Genere: LETTERATURA ITALIANA: TESTI
Pagine: 144
ISBN-10: 8860968879
ISBN-13: 97888609688762014-8-12_11-33-57-Foto profilo face

Oggi Isa Voi ha il piacere di incontrare, conoscere ed intervistare Donato Di Capua, un giovane scrittore che ha pubblicato il suo romanzo d’esordio “Il buio della mente, la luce nell’anima. Il suo libro racconta la storia di Kalì, un ragazzo alla ricerca della sua identità dopo una momentanea perdita di memoria. Una storia che attraversa ricordi, dolori, paure ma anche gioie da riscoprire, e che si conclude con un colpo di scena finale. Un libro che vale davvero la pena di leggere, per riflettere e soffermarci a pensare su alcuni aspetti della vita che spesso mettiamo in secondo piano.

  • Qual’è il percorso che lo ha portato ad intraprendere la strada della scrittura?
Quello che ha modellato il mio spirito ancora fanciullo,è stata la mia spiccata fantasia; mio nonno materno mi ha trasmesso l’amore per la musica lirica e l’amore per i viaggi, quello paterno mi ha fatto amare la natura e mi ha insegnato l’importanza del contatto con la “terra”.
Mia moglie, pianista, mi ha trasmesso l’amore per la musica classica e quella per gli animali.
Ho conosciuto tanta gente nella mia vita e ho imparato l’arte dell’incontro.

Ho voluto cercare la mia dimensione, i miei ricordi, le cose più importanti della mia vita (ciò che più desidero) per tenerle accanto ogni giorno, per sapere dove trovarle senza dover per forza soltanto pensare, per renderle indelebile nel tempo. Allora ho iniziato a scrivere non so se per caso o se spinto da una esigenza, forse solo per il semplice bisogno di condividere con un foglio o con quelli che avevano attraversato le mie stesse esperienze (o che si accingevano loro malgrado a viverle)  le mie emozioni e mi sono accorto che stavo creando o più semplicemente, stava nascendo una storia. Ho scritto per quello spiccato bisogno di colmare un vuoto che si è venuto a creare dentro di me dopo la prematura morte di mia madre: il “danno” ha scatenato in me un processo creativo.
  • Quale messaggio vuole trasmettere a chi legge il suo libro?
 Ho dato molta importanza a quei valori che davvero ritengo siano essenziali nella vita di ognuno, per ritrovare quell’essenza di noi che ogni tanto ci sfugge di mano, o che forse siamo noi a non voler tenere a mente.
E allora la famiglia, l’amore, l’amicizia, la comprensione, la tolleranza, la pazzia vista come la parte eclettica presente in ogni uomo, sono diventati un tutt’uno ed hanno creato “ il buio della mente, la luce nell’anima “.
  • Qual è il personaggio del suo romanzo al quale è più affezionato?
Il personaggio a cui sono più legato è Kalì, il mio alter ego, ma lui non sarebbe nulla senza la donna del ricordo, quella dagli occhi verdi. Li amo tutti e per sempre rimarranno in me in maniera indelebile.
il romanzo dello scrittore, sullo sfondo i quadri dell’artista Antonio Cillis durante la presentazione
  • “Il buio della mente, la luce nell’anima”: perchè proprio questo titolo?
Un giorno ho iniziato a pormi delle domande, degli interrogativi sull’immortalità.
Mi sono chiesto cos’è l’immortalità, la cerchiamo, la desideriamo.
Succede a volte di volere così tanto qualcosa, di desiderarla così intensamente da arrivare a cercarla, a rendere un ricordo un sogno, qualcosa con cui parlare, da cui farsi ascoltare.
Qualcosa da avere accanto, da sentire sulla pelle ogni giorno. Quale modo migliore modo per rendere il concetto di immortalità  se non annullando il buio della mente per far risplendere la luce nell’anima?
  • Il suo racconto è ricco di descrizioni che usano l’aiuto dei sensi (odori, colori, suoni, …); elementi, questi, che regalano quasi la sensazione di vivere in prima persona le esperienze raccontate. E’ stato difficile questo per lei? Come mai questa scelta?
Il mio romanzo è stato terminato in tre mesi; scrivevo in ogni secondo di tempo libero (anche se il mio lavoro è molto impegnativo) poiché era già tutto nella mia mente.
 E’ una storia che non parla di cose a caso, dove ogni dettaglio ha un senso, che non si riferisce ad esperienze e dolori casuali.

Sono avvenimenti e sensazioni vissute sulla pelle, che si ribaltano sulla carta per diventare vive,  riempirsi di enfasi emotiva e dare risalto a quella parte immortale che per sempre resterà in noi.

Mentre scrivevo mi sembrava di vivere la storia. Ed allora assaporavo insieme a Kalì le fragranze, i profumi, guardavo con i suoi occhi.
In qualche modo mi sono trasferito, fuso con il personaggio, Kalì, cercando di dimenticare la mia vita per poi elaborarla daccapo ed accettarla passo dopo passo, nelle cose belle ed in quelle brutte , romanzando quello che la vita che mi ha riservato, fantasticando e sognando sul destino.
Ho dato molta importanza al concetto di sogno come la parte più profonda di noi.

E’ a volte un angolo buio dove catalizzare e decantare le nostre paure, a volte uno spazio silenzioso in cui rifugiarsi per pensare, spesso uno slancio per affrontare e accettare la vita e per credere che tutto può cambiare ed essere il contrario di tutto… un sogno…

  • Quale è stato il riscontro più piacevole e significativo che ha registrato dopa la pubblicazione del romanzo?
 La condivisione è un valore che da sempre regge ed alimenta l’esistenza dei più saggi, un istinto naturale che raramente però si asseconda, una predisposizione che è intrinseca nella natura umana ma che facilmente si offusca dietro quanto di banale la società di oggi ci propina.
 Potremmo allora definire magia se un libro dal titolo particolare, che già di per sé dona un’emozione, riesce a creare condivisione? Rispondono gli eventi, le situazioni, le occasioni e le casualità. Ed è così che uno sguardo emozionato o una mano che tenta di rapire la lacrima fuggitiva scappata da occhi i quali non avevano saputo trattenerla, o ancora qualcuno che ad un tratto china il capo come per raccogliere la propria essenza che stava emergendo dal nulla, diventano la più grande delle soddisfazioni, il più grande regalo che “IL BUIO DELLA MENTE, LA LUCE NELL’ANIMA” mi abbia potuto fare.
 È questo il clima che si viene a creare un po’ in tutte le presentazioni del romanzo. Atmosfera delicata e raccolta, una sorta di “disufficializzazione” dell’evento che ha portato il senso del libro ad emergere più forte, esattamente come l’emozione di tutti i coinvolti. La condivisione è un interscambio, un dono per donare, un attimo per sognare insieme, un tunnel fatto di speranze che si animano di se stesse e che non temono più di essere sole al mondo. Si uniscono per divenire più forti, si fondono per creare luce, la luce nell’anima.
  • A chi vuole dedicare questo suo successo d’esordio?

Ho dedicato questa mia prima opera a mia madre.

  • Ha in progetto qualche altra novità per i suoi lettori?
Ho ultimato il mio secondo romanzo “ GIOCANDO CON LE SPADE DI LEGNO”, uno storico – letterario ambientato nel 1800. Ancora emozioni, sogni. Il racconto di un uomo la cui identità e personalità sono state stravolte dalla storia, tutto visto con gli occhi di un bambino.
Sto lavorando a un romanzo che mi ha trascinato in un mondo mistico, “ LA CROCE DENTRO”.
Il processo creativo che mi si è scatenato nel profondo, ha innescato una reazione a catena che mi porta a conoscere esattamente il progetto letterario successivo. Infatti in ogni mio romanzo è inserito il titolo di quello successivo.
  • Cosa consiglia a chi, come lei, ha desiderio di raccontarsi per la prima volta tramite le parole di un romanzo?
L’unico modo per riuscire ad essere se stessi è ricercare nel nostro più profondo noi l’essenza della verità, per annullare quei canoni che da sempre hanno frenato lo spirito libero che c’è in ognuno.
  • Vorremmo salutarci con una sua frase o un pensiero che descriva e identifichi Donato Di Capua:
“ L’immortalità è quell’attimo fugace che sconvolge e carezza, diventando istante dopo istante la concretizzazione dei sogni “
Il cantastorie delirante vi augura buona vita…

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