“Una voce particolare”: intervista all’autrice Stefania Cenci

Buongiorno Amici,

oggi voglio presentarvi l’autrice di un romanzo che ho letto con molta curiosità e particolare interesse, Stefania Cenci.

“Una voce particolare” è la sua opera semi-autobiografica che tocca argomenti che purtroppo riguardano molte persone, le dipendenze spesso negative e distruttive.

Stefania, però, lancia un messaggio positivo perchè i suoi personaggi riescono in un modo o nell’altro a ritrovare parte della loro serenità esistenziale.

Buona lettura!

1) Buongiorno, lei ha da poco dato alle stampe “Una voce particolare”. Ci parli un po’ del suo romanzo…

Buongiorno. E’ un romanzo autobiografico dove narro alcune vicende che mi sono capitate diversi anni fa. Queste vicende hanno a che fare con dipendenze di vario tipo e vuole essere un monito per tutte quelle persone che non riconoscono i propri limiti. In genere i romanzi autobiografici si attestano al 75% di verità ma io mi sono spinta oltre. Ho pubblicato grazie ad un concorso.

2) Come è nata l’idea di questa storia?

All’inizio era una pura autobiografia nata da alcuni eventi che mi avevano turbato. Con il passare del tempo l’ho arricchita sempre più e avevo preso contatti con una editor per avere più nozioni al riguardo della scrittura. Mi sono documentata e studiando ho redatto varie stesure ma ad un certo punto mi sono auto-lanciata una sfida: trasformare una parte della mia vita in un romanzo. Passare dalla narrazione in prima persona alla terza mi ha aiutato a lasciarmi alle spalle un brutto periodo.

3) Chi sono i personaggi principali e quali sono le loro caratteristiche?

Il personaggio principale si chiama Paola che è il mio secondo nome. E’ una giovane donna sposata con Andrè: fra i due c’è una grande intesa ma lei è in fondo una donna insoddisfatta perché la sua salute non le ha permesso di avere un lavoro. Si diletta a fumare hashish e ad ascoltare musica. E sarà proprio la musica a farla cadere in un baratro, dal quale riemergerà a fatica. Paola è una donna che non si arrende alle avversità. Ad ogni caduta si rialza più forte.

4) Come è nato il suo amore per la scrittura? 

Il fatto di scrivere lo trovo molto terapeutico, mettere nero su bianco le mie vicissitudini mi aiuta a capire tutto ciò che mi circonda, è molto liberatorio; il passare del tempo offusca certi dettagli ma se li fisso con la scrittura non li perderò. E’ una sorta di hard-disk. Non mi piace perdere una parte della mia vita che inevitabilmente andrebbe perduta.

5) C’è qualche autore o qualche corrente letteraria alla quale è particolarmente legata?

Leggo prevalentemente saggi: storia dell’alimentazione, teologia, filosofia. Gli autori che preferisco sono Corrado Augias e Vito Mancuso. Ultimamente sto leggendo dei romanzi di autori emergenti e mi piacciono molto.

6) Il mondo dell’editoria secondo lei negli ultimi tempi è cambiato? Perché?

Non sono molto ferrata sull’argomento ma nel mio vissuto posso dire che se non si ha un budget sostanzioso per la promozione è difficile emergere.

7) Come gestisce i rapporti con i suoi lettori in un periodo così particolare?

Mi affido prevalentemente ai gruppi di scrittori emergenti e qualche pubblicità sui giornali, mi sono appoggiata ad un agente letterario.

8)Il suo rapporto con i social?

Pessimo, ma mi faccio aiutare dalla mia giovane figlia.

9)Stefania Cenci nella vita di tutti i giorni…

Svolgo quotidianamente esercizi di scrittura anche se il tempo è poco. Vado in palestra, curo la mia famiglia e ascolto tanta musica. Se c’è qualche concerto che mi interessa non me lo faccio scappare. Faccio una vita abbastanza ritirata.

10)Progetti futuri?

Sto progettando un secondo romanzo ma è ancora presto per parlarne. Per “Una voce particolare” ci sono voluti 7 anni, ma con questo vorrei essere più veloce.

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