I consigli della dott.ssa Milena Giacobbe, psicologa dell’età evolutiva
Psicologia: EDUCARE
La parola educare arriva dal latino educere e significa “tirare fuori”; nel caso del bambino ciò implica che il processo educativo deve far brillare le sue capacità intrinseche.
All’interno di questo processo ci sono due elementi altrettanto importanti che sono quello emozionale e quello cognitivo; un loro corretto bilanciamento porta ad una effettiva trasformazione e, quindi, ad una vera e propria acquisizione di abilità nell’ambito delle capacità del singolo.
È stato ormai ampiamente dimostrato che le esperienze, sia cognitive che emozionali, agiscono in modo profondo sulla struttura sinaptica cerebrale, determinando di conseguenza un automatismo comportamentale.
È evidente che per ottenere una trasformazione a livello della materia, ancorché plastica come quella cerebrale, il messaggio deve essere ripetuto nel tempo affinché rimanga impresso.
Quali sono le strade per raggiungere questi obiettivi?
Innanzitutto strutturando un modello basato su norme, gratificazioni ed eventuali sanzioni, dove queste componenti sono bilanciate e concordate.
In questo modo si sviluppa una coerenza tra pensiero ed azione che permette al bambino di sviluppare una propria coscienza critica e una buona autonomia di pensiero.
L’incoraggiamento positivo anche in situazioni di oggettiva difficoltà riesce a sviluppare nel bambino la capacità di gestire i suoi limiti senza grosse frustrazioni.
Al contrario un’educazione improntata su aspetti costantemente critici, impedisce di fatto la nascita e l’evoluzione dell’autostima, bloccando di conseguenza le capacità di crescita ed autonomia.
A fronte di tutto ciò è evidente che l’educazione dei bambini non può essere affidata solo al buonsenso, ma ha necessità di un quadro strutturato.
Non è necessario spiegare a genitori ed educatori cosa devono fare, perché in caso di comportamenti errati non è pensabile che delle parole suggerite da un terzo, ancorché autorevole, possano cambiare comportamenti radicati e spesso automatici.
Per questo sia con il bambino che con il genitore è necessario intraprendere un percorso ESPERIENZIALE, sperimentale e pratico al cambiamento, valorizzando le caratteristiche di personalità di ognuno.
Ad esempio, non si può dire ad un genitore autoritario di non esserlo più, ma bisogna aiutarlo ad usare il bisogno di controllo e di erogare regole in maniera adeguata e costruttiva.
Così come è inutile dire ad un bambino iperattivo che deve stare seduto durante le lezioni. Meglio cercare di utilizzare questa caratteristica in maniera proficua.
Dott.ssa Milena Giacobbe
Psicologa dell’età evolutiva
Viale Buonarroti, 13 Novara
Cel. 348.3173462