La rubrica della dott.ssa Milena Giacobbe, psicologa dell’età evolutiva
Cari lettori, care mamme e cari insegnanti,
oggi vorrei portare la vostra attenzione su un tema molto interessante, sul quale spesso vi sono pensieri contrastanti. Anche io, da insegnante, mi sono posta spesso questa domanda: in vacanza, è giusto che i nostri figli, alunni o nipoti abbiano tanti compiti da fare?
Proprio per chiarirci un pò le idee, voglio proporvi l’articolo della dott.ssa Milena Giacobbe, psicologa dell’età evolutiva, che ha affrontato approfonditamente questo argomento:
“Finalmente per bambini e ragazzi sono arrivate le vacanze e, di conseguenza, una pausa il più possibile lontana dai libri. A inquinare questo momento l’elenco dei compiti delle vacanze: insomma, anche durante l’estate, bisognerà “lavorare”! Bisogna però fare i conti con la voglia di studiare: a fine anno scolastico è praticamente nulla e concentrarsi subito a svolgere gli esercizi dati per “togliersi” il pensiero può risultare contro producente non solo perché non si ha il beneficio del “ripasso”, ma anche perché si fa molta più fatica e si rischia di sbagliare più facilmente. Per i fortunati che trascorrono alcune settimane di vacanza poi, i luoghi nuovi, le diverse abitudini e il calo torrido non consentono di concentrarsi nella giusta maniera. E in un a attimo arriva settembre, con la corsa a fare più esercizi possibile per finire in tempo, ma tralasciando ancora una volta la qualità.
Sembra una partita irrimediabilmente persa: ALUNNI 0 – COMPITI 10!
Niente compiti, allora?
Non proprio. Innanzitutto è bene che ci sia un effettivo momento di interruzione, teso a trovare nuove abitudini e a dare nuovi stimoli alla mente e al corpo. Dopodiché è necessaria una attenta pianificazione. È preferibile lasciare al bambino la facoltà di decidere quale sia il momento migliore della giornata per svolgere i compiti ed aiutarlo, poi, a rispettarlo, magari scegliendo un luogo tranquillo e senza distrazioni. Si possono decidere anche ulteriori pause (la settimana di vacanza al mare senza compiti, per esempio, consentirebbe a tutti, genitori e figli, di divertirsi e rilassarsi meglio), l’importante è che le decisioni prese vengano rispettate e che ci sia spazio anche per attività alternative solitamente vietate durante l’anno scolastico.
Per quanto riguarda la natura dei compiti, l’estate è il periodo ideale per la lettura, ma incitare alla lettura ha senso solo se per primi i grandi danno l’esempio.
In generale per i più piccoli sarebbe utile riuscire a trasformare i momenti di compiti in momenti di gioco (tramite quiz, formano piccoli gruppi lavoro per esempio)
I compiti dovrebbero essere non solo un ripasso di ciò che si è imparato durante lo scorso anno o il suo consolidamento, ma soprattutto l’occasione per stimolare la creatività e l’utilizzo delle nuove conoscenze. Ben vengano allora ricerche, magari inerenti luoghi conosciuti durante l’estate, e magari rivolti ad aspetti solitamente messi un po’ da parte come usi e costumi, leggende, curiosità culinarie … Per quanto riguarda le materie scientifiche, invece, sarebbero utili esperimenti o invenzioni che stimolino la voglia di conoscere il mondo che ci circonda. E non guasterebbe neppure, a mio parere, il suggerimento di dedicare un po’ di tempo a chi magari è solo: l’anziano vicino di casa, la nonna che viene frequentata poco e che magari possono raccontare ciò che di solito si legge nei libri e con cui si possono riscoprire alcuni di quei valori che la caotica società moderna tende a dimenticare.
La riflessione che propongo quindi è il tentativo di “aprire” la scuola, affinché diventi veramente “palestra di vita”, perché di imparare a vivere non si smette mai, nemmeno d’estate!”
Dott.ssa Milena Giacobbe
Psicologa dell’età evolutiva
Viale Buonarroti, 13 Novara
Cel. 348.3173462