INSERIMENTO DIFFICILE?

 inserimento

INSERIMENTO DIFFICILE?

Settembre è il mese che apre le porte alla scuola e per molti genitori e bambini si avvicina inevitabilmente un’esperienza importante e impegnativa: l’inserimento.
Dubbi, paure, speranze, sono tutte emozioni che entrano in scena e che diventano protagonisti della vita quotidiana dei nostri figli e di chi gli sta vicino. Ecco qualche utile consiglio e riflessione della dott.ssa Milena Giacobbe, psicologa dell’età evolutiva:
“È ormai un mese che Giulia frequenta la scuola dell’infanzia.
I suoi genitori erano preparati al fatto che avrebbe avuto una crisi: i lacrimoni erano attesi e forse anche la richiesta incessante di non andare a scuola, ma erano sicuri che dopo il caldo abbraccio di mamma e papà andati a riprenderla a scuola, la piccola Giulia sarebbe tornata serena e sorridente come prima. Invece le cose si stanno un po’complicando e stanno mettendo alla prova tutta la famiglia.

I dubbi dei genitori di Giulia sono comuni a molti genitori: insistere o diminuire le ore di permanenza a scuola, fidarsi delle maestre che dicono che è una fase transitoria o indagare su quello che accade dentro alle mura scolastiche alla ricerca di una spiegazione plausibile alla tristezza che sembra trasparire dal volto di Giulia quando si parla di scuola?
Innanzitutto è necessario fermarsi un attimo a riflettere sui propri comportamenti e chiedersi se in qualche modo l’ansia legata a questo particolare momento è stata trasmessa, magari inconsciamente, ai propri figli. A volte, per esempio,  magari anche solo  un “Sei proprio sicuro?” può essere interpretato da un bambino come un implicito impedimento a fare qualcosa. Altre volte ancora la scelta della scuola è magari dipesa esclusivamente da motivazioni logistiche e le maestre non godono della fiducia necessaria…
Fatte queste riflessioni è poi opportuno osservare quali sono i comportamenti messi in atto dai bambini che faticano a “ingranare”. Soprattutto significa osservare se il timore si manifesta in momenti particolari (l’entrata, il pasto, il sonnellino pomeridiano …) o in contesti specifici (vicino ad alcuni adulti o ad alcuni coetanei, in un’aula piuttosto che in un’altra) e, per capire questo, è bene avere un confronto diretto con le insegnanti. Trovare con loro una strategia comune che aiuti i bambini a superare la difficoltà è fondamentale. E se proprio non si ha successo, l’eventuale cambio di scuola non deve essere una fuga, ma la decisione di un genitore consapevole delle difficoltà del figlio e fiducioso che in collaborazione con figure disponibili, anche il “suo piccolo” potrà serenamente frequentare la scuola.
Un’ultima riflessione: i bambini, come spesso scrivo, tendono a collaborare, ma per farlo devono sentirsi appoggiati e devono sviluppare in loro la convinzione che sono in grado di farcela e che, anche se cadranno, potranno riprovarci perché non hanno deluso nessuno, ma si stanno solo allenando nella palestra della vita …”
Dott.ssa Milena Giacobbe
Psicologa dell’età evolutiva
Viale Dante, 20 Novara
Cel. 348.3173462

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