La scrittrice Monica Curino ha da poco regalato una nuova veste al suo romanzo “Il diario della casa dei girasoli”.
La giornalista ha scelto per i suoi lettori una copertina più dinamica, colorata ed espressiva che sa trasmettere in pieno le emozioni racchiuse in questo libro che vuol dare voce a chi spesso voce non ha,come la straordinaria storia di Alessia Mairati e dell’associazione che porta il suo nome.
Attraverso le pagine di questo piccolo romanzo entriamo nel sogno che ha dato vita a Casa Alessia, realtà ormai presente non solo in città, a Novara, ma in Italia e nel mondo. Ci accompagna, prendendoci per mano, la tenace e intraprendente Nina, la protagonista della storia, una ragazza che non ha paura di inseguire un grande sogno, proprio come Alessia, anche se indirettamente, le insegna. Con lei, vera e propria guida nel mondo dell’‘esercito’ in giallo, Arianna, una bimba di soli sei anni, allegra, piena di entusiasmo, vivace e molto curiosa e vera mascotte di tutti i volontari dell’associazione. E poi le storie dei volontari stessi, dei bimbi aiutati, Alessia stessa che racconta la sua esperienza in Ecuador e che porta il papà a portare avanti il suo piccolo grande sogno: aiutare gli orfanelli, tutti quei bambini che, per le vicissitudini della vita, si trovano a vivere soli o, comunque, in gravi difficoltà.
Un viaggio, in 185 pagine che si leggono tutte d’un fiato, ricco di sentimenti, di emozioni, di esperienze e di vera solidarietà.
“… Quello che compirà Nina non è solo un viaggio alla scoperta della sua coscienza, ma una vera e propria rinascita spirituale”. E ancora: “Casa Alessia onlus le cambierà la vita, proponendole un messaggio di solidarietà che le entrerà nel cuore e la porterà a fare cose mai prima di allora nemmeno immaginate”.
“Ho sempre voluto parlare approfonditamente delle associazioni novaresi impegnate nel volontariato – spiega l’autrice – L’ho potuto fare, a più riprese, per i giornali per cui lavoro e ho lavorato, ma lo spazio, per ciò che vedevo io portare avanti dalle Realtà del Bene, non era mai sufficiente: serviva di più, qualcosa che le potesse aiutare concretamente.
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