“Viola nella rete” di Elisabetta Bellotti: un libro per capire e saper affrontare il cyberbullismo

Cari lettori,

oggi voglio presentarvi Elisabetta Belotti, un’insegnante di lettere alle scuole medie che ha dato alle stampe un bellissimo libro per Enaudi sul cyberbullismo, “Viola nella rete”.

Il romanzo tratta un tema che l’autrice ha molto a cuore data la sua professione e la sua esperienza diretta con i ragazzi; un’opera che è particolarmente consigliato come lettura estiva per i giovani.

Autrice per ragazzi, Elisabetta Belotti è nata e vive in provincia di Bergamo. Laureata in Lettere all’Università Cattolica di Milano, insegna ormai da anni. Ha pubblicato libri rosa per Edizioni Cento Autori e libri per bambini.

Conosciamola meglio:

Da dove è nata l’idea di questo LIBRO?

L’idea del libro è nata dalla passione per la scrittura e dalla passione per il mio lavoro. I miei libri precedenti erano di genere “rosa” ed ero sempre stata attenta a separare la scrittura dalla mia vita lavorativa. In questo libro invece ho voluto rivolgermi proprio ai preadolescenti e agli adolescenti con i quali lavoro ormai da molti anni come insegnante di Lettere.

Quale messaggio vuole trasmettere ai bambini e ai genitori che ti leggono?

Con la storia di Leo, Viola e Chiara ho voluto scrivere di un fenomeno che come insegnante conosco molto bene: il bullismo. Negli ultimi anni questo problema ha assunto la forma del cyberbullismo. Mi interessava far capire come anche nelle situazioni più tranquille e “normali” della vita scolastica possano nascere dinamiche imprevedibilmente pericolose, per la vittima e anche per i bulli, o meglio per le cyberbulle, come in questo caso. Credo molto nell’importanza del dialogo. È importante per gli adulti vigilare e avere uno sguardo sempre attento e mai superficiale; in quanto ai ragazzi, non devono avere vergogna o paura nel chiedere l’aiuto degli adulti. Spesso invece tentano di risolvere le situazioni da soli, fino a che si accorgono che ormai non riescono più a gestirle

C’è qualcosa di autobiografico in questo libro?

Sicuramente qualcosa di autobiografico c’è nella descrizione del mondo della scuola, e nella percezione che ho della sostanziale capacità della maggior parte dei ragazzi di capire cosa è giusto e cosa è sbagliato. Certo, capirlo è un conto, metterlo in pratica è un altro…

Quanto è importante oggi, secondo lei, scrivere per bambini?

I libri per bambini sono importanti; non credo di dire nulla di nuovo quando dico che però un libro per interessare un bambino o un adolescente deve essere “vero”. Libri scritti con il preciso intento di dare un messaggio rischiano di essere un po’ artefatti, poco sinceri. Il messaggio, che comunque c’è sempre, arriva meglio quando non è spiattellato… Se i giovani lettori percepiscono qualcosa che sa di “io, adulto, adesso ti spiego come va il mondo e come devi comportarti”, scappano via lontani. E fanno bene.  Le storie che piacciono sono quelle raccontate bene, poi il messaggio arriva.

Ai “tempi del covid”, quanto è difficile per uno scrittore mantenere i rapporti con i propri lettori e colmare il vuoto di presentazioni e incontri?

Ai tempi del covid credo che gli scrittori debbano essere pronti a nuove abitudini. Come insegnante da mesi faccio lezione online e vivo immersa nella didattica a distanza; come autrice, lavoro molto con il web, interviste e presentazioni online. Non è la stessa cosa, ma è meglio di niente. Spero però da settembre in poi di poter fare qualche presentazione in libreria.

Secondo lei, che rapporto hanno attualmente i bambini con il mondo della lettura e dei libri?

Per la mia esperienza, i bambini leggono se riescono a trovare divertimento nella lettura. Se si propone la lettura come alternativa alla tv, ai videogiochi, alla play, il confronto è perdente. L’ideale è proporre e non imporre. Proporre diversi generi, leggere ai bambini fin da piccoli, fin dall’asilo. Maestre e genitori possono far  appassionare alle storie. E poi è importante l’esempio. Veder leggere la mamma o il papà vale più di mille incitazioni alla lettura. Come insegnante, cerco di leggere insieme in classe, di proporre libri di vari generi e mi mantengo informata sulle ultime uscite. Di solito non consegno la lista di libri su fotocopia ai miei alunni, ma porto a scuola il libri che propongo e lascio che li sfoglino, li guardino, li “annusino”. Del resto in libreria io non vado con la lista, vado a curiosare e poi compro. Vale per me, credo che valga anche per loro.

Quando si è presentata in lei la passione per la scrittura?

Potrei dire da sempre, ma fa tanto scrittrice ottocentesca… In realtà mi piace scrivere perché mi piace leggere, e sono passioni che si alimentano a vicenda. Ho sempre scritto per me, dall’Università in poi, da qualche anno ho iniziato a pubblicare

C’è qualche autore al quale è particolarmente legata?

Autori e autrici. All’età giusta ho letto i classici francesi, russi, anglosassoni. Non tutti li ricordo con piacere, ma era giusto leggerli. Mi piace Jane Austen, che è molto più di una scrittrice di ragazze in cerca di un buon matrimonio; adoro Agata Christie e i suoi gialli dal meccanismo perfetto. Poe per le storie horror, e naturalmente Stephen King. Dino Buzzati per le sue atmosfere particolari, De Roberto,  che farei leggere ai miei alunni al posto di Verga.  Ultimamente sto rileggendo Shirley Jackson, il racconto La lotteria mi colpisce sempre come alla prima lettura.

Ci descriva Elisabetta Belotti con tre aggettivi…

Tre aggettivi… tenace, appassionata, riflessiva

Progetti futuri?

Nell’immediato, c’è un progetto di un’antologia di storie per ragazzi con altre autrici, poi , nei prossimi mesi, mi dedicherò a una storia Young adult a cui penso da tempo.

Per acquistare il libro: https://www.edizioniel.com/prodotto/viola-nella-rete-9788866565833/

SINOSSI

Attraverso la forma del diario, con un linguaggio immediato e divertente, si snoda la storia dei tre personaggi protagonisti: Viola, Leo e Chiara. La scuola può essere faticosa in seconda media, soprattutto per Viola. Normale, quando sei la nuova arrivata, vesti sempre di nero e ti colori i capelli ogni mese con un colore diverso. Ma non è una passeggiata nemmeno se ti chiami Leo, hai il ciuffo ribelle, pessimi voti e la fama dell’alunno ripetente e ingestibile. Leo ha un solo punto debole: Chiara. Una Beatrice 2.0 che miete cuori sul suo profilo Instagram, prende ottimi voti, e adora Federico lo Strafico. Quando iniziano a collaborare per un progetto scolastico, Leo scopre che la nuova arrivata è simpatica e carina, ma pochi giorni più tardi Viola sparisce da scuola. Sui social circola una sua fotografia imbarazzante, e un profilo strano, forse falso. Leo e il suo amico RAM, appassionato di informatica, danno la caccia ai cyberbulli e scoprono una verità insospettabile. Ora devono solo trovare il coraggio di chiedere aiuto a qualche adulto: ci sarà qualche insegnante disposto ad ascoltarli? Dalla loro parte troveranno, inaspettatamente, proprio la Gazzaniga, la severissima docente di Lettere, nemica storica di Leo. E Viola inizierà a sorridere.

TEMATICHE

Nella storia di Viola e dei suoi compagni emergono, sullo sfondo dell’ambiente scolastico, le dinamiche del bullismo e in particolare del cyberbullismo. Esso, pur mantenendo i ruoli tipici del bullismo (la vittima, il bullo, i sostenitori e gli spettatori), si attua attraverso gli strumenti informatici e il mondo della Rete, uscendo così dall’ambito della scuola, dell’oratorio o della palestra. Il cyberbullo, o la cyberbulla come nella storia di Viola, agisce quindi senza limiti di tempo e di spazio, quasi sempre in forma anonima, sfruttando un pubblico potenzialmente infinito. I cyberbulli espongono la vittima a diversi tipi di attacchi: dall’esclusione dai gruppi chat della classe alla denigrazione, dalla “impersonificazione” cioè la creazione di profili falsi della vittima per creare situazioni imbarazzanti, alla diffusione di immagini imbarazzanti a sua insaputa. Ancor più che nel bullismo classico gli adulti (genitori e insegnanti) difficilmente colgono i segnali di quanto sta accadendo, se non nella sofferenza profonda nella vittima. Nel libro emerge come sia fondamentale da parte dei ragazzi la consapevolezza dei rischi e dei pericoli della Rete, la capacità di capire quali azioni diventano cyberbullismo, e soprattutto il coraggio di chiedere aiuto agli adulti. Nella storia c’è anche il riferimento alla figura dell’insegnante referente per il bullismo, che ogni scuola necessariamente deve avere, nonché alla recente legge contro il bullismo e cyberbullismo (maggio 2017).

cyberbullismo (maggio 2017).

ESTRATTO

Leo 23 novembre

Oggi è stata una giornata strana. La Gazza ha sgridato Chiara, ed è la prima volta che succede. Non ci potevo credere: praticamente come se la prof fosse passata al lato oscuro della forza! Stava interrogando Chen e Silvia, quando Chiara ha fatto una battuta sulle streghe, che si vestono sempre di nero e hanno i capelli di colori strani. La Gazza l’ha guardata, anzi, l’ha fulminata con quel particolare sguardo che di solito riserva a me, e le ha detto: – Puoi evitare di fare battute fuori luogo? Sto interrogando.

– Ma prof, non era fuori luogo, non stiamo parlando dei processi alle streghe?

 – Chiara, se hai tanta voglia di parlare, vieni che interrogo anche te! Oppure taci e smettila.

Chiara ha abbassato gli occhi ed è diventata tutta rossa: non l’avevo mai vista cosí, e mi è dispiaciuto.

Nel pomeriggio, invece, è successo qualcosa di ancora piú strano, e tuttora non ci ho capito niente. Stavo aspettando Viola nell’aula dello spazio compiti, invece è arrivato RAM, con il tablet che porta a scuola solo il venerdí.

– Bella, RAM! Sto aspettando Viola, l’hai vista?

 – Viola è andata a casa: l’ho vista nell’atrio con lo zaino, poi è uscita senza salutarmi. E comunque, guarda qui, – e mi ha sbattuto il tablet sotto il naso senza tante cerimonie.

– Cos’è? Cosa devo guardare? – ho chiesto un po’ annoiato, ma poi l’ho visto. Il profilo Facebook di Viola.

– Ma Viola non ha un profilo Facebook! Sbaglio o a noi ha detto di avere solo Instagram? – ho mormorato perplesso.

– E invece ce l’ha, e che profilo. Guarda, ti ho detto!

Ho guardato la foto, poi ho letto un post. Poi un altro, e poi un altro ancora. Non ci potevo credere! Va bene essere un po’ strana e leggere tanti libri, ma non mi aspettavo che Viola fosse cosí. Praticamente in ogni post parla male di qualcuno della classe: di RAM scrive che è un nerd complessato, di Chiara che è una gattamorta, di Mya che è un’oca, di Silvia che è grassa. E di me? Che sono un bullo e che faccio il cretino per attirare l’attenzione dei professori e delle ragazze.

Poi, io e RAM siamo andati sul suo profilo Instagram: lí era tutto come sempre. Le foto dei libri, le frasi degli scrittori che le piacciono. Nessuna cattiveria, nessuna offesa. Ci siamo guardati, senza parole.

 – A me Viola sembrava a posto, un po’ punk magari e un po’ fissata con i libri, ma in fondo simpatica, a suo modo, – ho mormorato, perplesso.

– Invece… – mi ha guardato stranito RAM. Invece ora non so piú cosa pensare di lei. Chi è la vera Viola? Quella di Instagram o quella di Facebook? E perché oggi è andata a casa? Continua a dirmi che siamo indietro con il lavoro, che dobbiamo impegnarci di piú, e poi scappa a casa senza dirmi nulla?

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